mercoledì 27 giugno 2018

IL FEDERALISMO COME NUOVO COMPORTAMENTO POLITICO

Ringraziamo Luisa Trumellini, segretario nazionale del Movimento Federalista Europeo, per averci concesso la pubblicazione di alcuni estratti di un suo articolo edito ne "Il Federalista" n. 3, 2014. 

A un'analisi storica del senso e dell'impatto dell'idea federalista nella costruzione dell'integrazione europea: "Il processo di unificazione europea è il primo tentativo, nella storia dell’umanità, di costruire democraticamente un potere sovranazionale. (...) La nascita della Federazione europea debba avere caratteristiche del tutto particolari (“il nuovo modo di fare politica” teorizzato da Albertini); come scrive Spinelli già nel Manifesto di Ventotene del ‘41, “poiché sarà l’ora di opere nuove, sarà anche l’ora di uomini nuovi: del MOVIMENTO PER L’EUROPA LIBERA ED UNITA”. (...) La presenza attiva di una forza federalista autonoma, su scala europea. Questa forza, per svolgere un ruolo attivo, deve però essere capace: i) di mantenere sul campo l’obiettivo della Federazione europea nei momenti in cui il potere nazionale, anche grazie al livello di integrazione raggiunto tra i paesi europei, sembra essere in grado di governare; ii) di individuare gli obiettivi in grado di far avanzare il processo di unificazione politica dell’Europa, prevedendo il tipo di crisi acuta che si verificherà a causa della parzialità dell’integrazione europea (ossia, quali sono le debolezze nazionali che il livello di integrazione raggiunto non riesce a coprire e che prima o poi esploderanno) e preparando — attraverso campagne politiche che investono i governi, le forze politiche e l’opinione pubblica — le soluzioni politico-istituzionali che gli Stati saranno costretti ad adottare per uscire dall’impasse, nel momento in cui questa si scatenerà; e, nel corso delle crisi acute, avere la lucidità di orientare governi e forze politiche verso la soluzione europea, anche evidenziando il sostegno dell’opinione pubblica; iii) mantenere viva nel dibattito politico, e saper riproporre e difendere, la natura federale, sovranazionale, statuale dell’obiettivo europeo." 

Segue la prospettiva del compito federalista nel mondo contemporaneo, che vede la crisi delle democrazie nazionali come si sono affermate nel 20. secolo: "Oggi, invece, ci si deve confrontare con una società atomizzata (e il processo sembra profondo e strutturale, legato ai radicali cambiamenti del mondo produttivo, i quali comportano una strutturale “individualizzazione” della società — ossia la tendenziale scomparsa di identità precostituite di appartenenza a tutti i livelli, nella sfera della produzione e dell’economia, fino alla sfera privata); una società in cui il progresso non coincide più con la difesa degli interessi specifici, perché, se individuali, troppo parcellizzati e se di gruppo, troppo corporativi e particolari, nel senso negativo del termine. Una società, pertanto, che deve affrontare il problema di promuovere l’impegno politico dei cittadini non più come difesa dei propri interessi, ma nell’ottica del perseguimento del bene comune, e quindi su una base fortemente etica. Diventa così cruciale trovare le formule organizzative capaci di promuovere e valorizzare questo nuovo atteggiamento. Oggi, in fase di crisi e cambiamento, la politica non riesce ancora a rispondere a questa esigenza, e infatti reagisce a quella che è, nella sostanza, la crisi del sistema democratico ereditato dal passato, rivalutando modelli di democrazia immatura, ossia la leadership carismatica e il rafforzamento, anche personale, di chi guida il potere. Si tratta forse di un passaggio inevitabile, ma che non risponde alla necessità di approfondire la partecipazione consapevole dei cittadini. La democrazia post-industriale non vivrà in questo modo, viceversa dovrà saper individuare e costruire un sistema per rafforzare la coscienza civica e promuovere il contributo democratico di ciascuno; e forse, in questo, l’esperienza dei federalisti potrà tornare utile." Facciamo quindi nostro questo impegno "etico", come europeisti, come federalisti, come uomini che credono ancora nei valori della democrazia e della solidarietà tra i popoli. 

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